Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2022

ETICHETTA

Immagine
  Etichetta Un’etichetta raccoglie dati minuti. Un’etichetta disegna per semplificare. Un’etichetta è il verbo essere. Usare un’etichetta ti permette di identificare velocemente, anche troppo, persone e cose. Ti permette di inquadrarle facilmente. Raccontando, con una manciata di aggettivi, chi o casa si nasconda dietro. Quando apponi un’etichetta, stai guardando da una sola prospettiva. Ti limiti. Come quando ti descrivi dicendo: io sono… Il verbo esser ti incolla un’etichetta, attribuendoti un’identità. Usare il verbo essere significa definire la realtà in modo assoluto. Limitante. Per questa ragione è bene usare parole diverse. Togliere il verbo essere dalle frasi stimola il cervello ad organizzare le informazioni diversamente. Agevola la conversazione assertiva. Riduce i conflitti tra opinioni differenti e genera una comunicazione più fluida. Infondo gli assoluti sono frutti del processo che li ha generati. Facciamo u piccolo esercizio. Pronuncia un’

EMOZIONI

Immagine
  EMOZIONI Le emozioni sono il frutto di quanto rielabora la tua mente. Questo processo avviene tramite: suoni, percezioni, odori, gesti, immagini. Il linguaggio diventa uno strumento per etichettare internamente, quanto avviene all’esterno. Le parole che usi, sono un filtro che racconta la tua esperienza interiore. I 5 sensi sono il mezzo per accedere o per elaborare l’esperienza.   Puoi avere, dunque una maggior inclinazione per la vista.   Ragion per cui racconti la tua realtà attraverso verbi come: immaginare, guardare osservare. Sei visivo.   Invece, se propendi per l’udito ti descrivi attraverso verbi come: parlare, sussurrare, ascoltare. Sei auditivo.   In fine, se ti racconti attraverso verbi come: tastare, modellare, fare. Sei un cinestesico. Nella categoria dei cinestesici rientrano anche coloro che parlano in termini di emozioni, sensazioni, tatto, gusto e olfatto.   Ora scegli un’immagine e descrivila. Poni attenzione ai verbi, agli avverbi e

IL VIAGGIO MENTALE (PARTE 2)

Immagine
  “E se chiudessi l’azienda?” Ti chiedi “Se cambiassi settore?” Ti chiedi “Se ampliassi il mio business?” Sono domande che ti poni perché hai voglia di cambiare. La paura di perdere lo status quo ti dice che ciò che hai non ti basta più. Ma ti manca la tranquillità legata al sapere che andrà bene.   La paura di perdere la sicurezza della ritualità, le persone che ti hanno accompagnato fino a qui, l’idea di te. La paura cresce col crescere del tuo interesse. Queste paure raccontano ciò che eri, e tu da questo punto stai per fare un salto di consapevolezza, di crescita, di amore per quella parte di te che la paura vuole proteggere.   Kierkegaard diceva: “osare è perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare è perdere sé stessi.” Sei disposto a perderti? E’ in questi momenti in cui è più difficile decidere da soli, che senti il bisogno di chiedere aiuto a qualcuno, una partner affidabile. Hai bisogno di me.  

Il viaggio mentale ( parte 1)

Immagine
  “Chissà cosa penseranno?” Ti chiedi. “Penseranno che sono una sciocca?” Ti chiedi. “Fregatene!” ti dici. La paura ti appartiene. Sei nata con questo strumento di difesa. E, di certo ignorarla è controproducente. Il compito della paura è quello di proteggerti. La paura del giudizio altrui, ti fa dice che temi coloro che hanno il tuo stesso metro di giudizio. Allora perché non essere più gentile, più tollerante e comprensiva con te stessa. La paura è una contorta forma d’amore. Come tutte le emozioni, va ascoltata per accogliere il suo messaggio e capire quale parte di te sta proteggendo.   In questi momenti, può essere complicato fare chiarezza. Senti il bisogno di una partner affidabile per tornare a brillare. Hai bisogno di me. #coaching, #leadership, #brillare #business

PERFETTAMENTE imperfetto

Immagine
  Perfetto è una parola composta da: Per e Fac ĕ re. Perfetto, per i latini, è un tempo verbale. Perfetto è un aggettivo. Dunque la parola perfetto ha molte potenzialità. Come parola composta da: “fatto e per” sembra, quasi indicare un fine specifico. È conclusa. Come tempo verbale, ti parla di un’azione compiuta nel passato che perdura nel presente. Ed in fine come aggettivo, racconta di qualità di altissimo livello che s’incastrano perfettamente, senza forzature, in un certo contesto. Come un puzzel. Quante volte hai fatto coincidere i pezzi, forzando la mano? Il risultato ottenuto ti lasciava insoddisfatta, tanto da buttare tutto per aria. La composizione del puzzel come degli obiettivi, necessità di pazienza, perseveranza e parsimonia possibilmente. I pezzi del puzzel sono tanto unici quanto imperfetti, ma posti nel posto giusto, mostrano il loro valore, perché parte essenziale di un disegno più grande. Guardando il tuo puzzel, di cosa hai bisogno?

REPETITA IUVAT. O FORSE NO

Immagine
    Fare va bene. Fare ancora una volta. Ok! Ri-fare. No. Quando ti Ri-proponi di raggiungere un certo obiettivo, nonostante la pazienza, la perseveranza, l’impegno; in realtà stai Ri-percorrendo vecchi percorsi che hanno trovato una meta infelice. Sei solo caparbia. Usare il prefisso RI, proietta il tuo pensiero indietro anziché avanti. E' questione di focus. Ogni volta che utilizzi il prefisso Ri, dici al tuo cervello di applicare lo stesso schema fallace. La debucle è alle porte. Ma se “cominci”, aggiungerai un nuovo piccolo tassello. Sicuramente otterrai qualcosa di diverso. E non starai lì a Ri- petere: “sempre a me”. A quale progetto dai   vita oggi?  

SII LA TUA PUSHER DI ORMONI BUONI

Immagine
  Senti dire: “andrà tutto bene.”   Oppure, ti ripeti: “pensa positivo”.  Quando il tuo corpo ed i tuoi pensieri viaggiano nella direzione inversa. Fa bene pensare positivo. Ogni tanto. Un pizzico di ottimismo ci vuole. Quando ti ripeti: “pensa positivo” ti prefiggi un’impresa frustrante con scarsissime possibilità di successo. E’ bene sapere che siamo predisposti a pensare negativo, strutturalmente. Ma questo te l’ho raccontato in un altro post intitolato: Volere non è sempre potere. Lo trovi nel primo commento. L’approccio iper positivo apre la strada a pericoli cognitivi; come: sottovalutare il tuo apporto in termini d’impegno, sottovalutare possibili ostacoli, sottovalutare le situazioni. Per poi prendere dolorose cantonate. Inoltre, credendo di attirare ciò che ti capita; cosa dovrebbe pensare chi sta vivendo una situazione drammatica? Il danno oltre la beffa. Fa male leggerlo ed ancora di più sentirlo. Quindi quando punti il dito indicando la sfiga, os

IMPOTENZA APPREESA

Immagine
  E’ così che Martin Seligman definisce l’incapacità di andare aldilà della paura, del fallimento, di gettare la spugna, prima, per paura di constatare, poi l’inadeguatezza. L’inconscio è come una scatola. Contiene tutti i ricordi, esperienze, dirette ed indirette che hanno lasciato un segno, emozioni. Le esperienze generano emozioni. L’inconscio non distingue quelle     buone da quelle cattive. L’inconscio sé ne nutre. E’ questa la ragione per cui torniamo a ripetere gli stessi errori. Dunque fare ancora ed ancora lo stesso percorso, come il criceto in una ruota. Solo il 5%di queste emozioni viene processato razionalmente.   In aula conduco la lezione somministrando: esercizi, giochi, simulazioni per portare i discenti su un piano ludico, abbandonare i soliti schemi e lasciarli liberi di poter ascoltare, ragionare, osservare. Prima di fornire nozioni. “ Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato” cit Spazio alla creatività madr

Scrivere

Immagine
  𝑪𝑨𝑹𝑻𝑨 𝑬 𝑷𝑬𝑵𝑵𝑨 Scrivere è ascoltare. Scrivere è pensare. Scrivere è scegliere. Quando suggerisco un esercizio da svolgere per la sessione successiva, chiedo che venga eseguito tassativamente a mano; con carta e penna. Kaufmann diceva che 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 è 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒓𝒂𝒍𝒍𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆. Ebbene sì! Quando scrivi a mano i pensieri rallentano. Rallenta il tuo respiro e diminuisce lo stress. Dai rilievo a cosa è più importante, per te, nello svolgimento. Diventa un esercizio di consapevolezza. Poni attenzione alla scelta delle parole, che diventano un filtro per le tue emozioni. Impari ad ascoltarti. L'azione dello scrivere ti porta ad acquisire una posizione più distaccata da ciò che racconti. Permettendoti di abbracciare una prospettiva diversa. Induce a valutare soluzioni nuove. Allena il pensiero critico. Inoltre aumenta la tua capacità di concentrazione. Immaginavi tutti questi benefici? Scrivere fa sicuramente bene a patto che tu sia onesta con te stess

Il futuro ricordato

Immagine
    Il futuro è il tempo in cui avrà luogo la tua realizzazione. Il futuro è il tempo in cui ti guarderai indietro. Il futuro è il tempo in cui misurerai i tuoi risultati.   E ’il momento in cui si realizza il tuo obiettivo. In cui ti guardi indietro a constatare tutte le azioni che hai compiuto per raggiungerlo. E’ un buon momento per fare il bilancio di cosa ti è servito per arrivare, cosa hai lasciato andare, cosa hai imparato. E’ il momento per riconoscere il valore del cambiamento generato da questo viaggio. Forse pensi che la felicità sia una meta, e ti sei ripetuta: “sarò felice quando…” Ma la felicità sta nelle piccole azioni quotidiane, orientate al tuo futuro desiderato. Qualcuno ha detto: “Non lasciare che il giorno finisca senza aver compiuto un passo verso il tuo obiettivo.” Quale azione hai compiuto oggi, verso il tuo futuro ricordato?

CHI CERCA TROVA. FORSE

Immagine
Hai degli obiettivi. Ed ogni giorno te ne poni di nuovi. Quante volte ti sei detta: • cerco un lavoro che mi piaccia.  •Prima o poi tutto andrà per il meglio. •Comunque vada andrà bene. Se questi sono i presupposti, cosa pensi di ottenere? Cerchi soluzioni fuori, e non dentro di te. Dopo ti ritrovi con gli occhi pieni di calde lacrime a trasformare la tua cocente delusione in una storia dove tu vesti i panni della vittima, incompresa. Cosa pensi di trovare se cerchi in questo modo? Si dice che:" chi cerca trova."  Ma per trovare bene e importante sapere DOVE. Quando inizi a raccontare la tua storia, nuda e cruda, certamente troverai.  Forse, non quello che ti aspettavi.   Ma di certo troverai qualcosa di grande valore per te.

DA QUI INIZIO IO

Immagine
Da qui inizio io  I paletti sono gli strumenti con cui delimiti il tuo territorio. È bene che nessuno li oltrepassi. A volte fai finta che non ci siano. O permetti a te ed agli altri di superarli dicendoti: “forse la prossima volta, peccato poverino, ma sì fa nulla”. Ti mostri flessibile nello spostarli. Ma ci sono volte in cui il limite segnato dai paletti è invalicabile, e deve essere così. Perché è bene fare molta attenzione a ciò che tolleri. Stai mostrando come vuoi che ti trattino. Inoltre, potresti anche crederci. Quando ti accorgi che i paletti troppo stretti, si stanno trasformando in una gabbia, la frustrazione, la rabbia, l’insoddisfazione, ti spingono ad affermare te stessa. Con i tuoi no, definisci il tuo spazio inviolabile. Ad alta voce, dì: “da qui inizio io”. Cosa significa, per te, iniziare a pronunciare i tuoi no?

SUGGESTIONI POTENTI

Immagine
SUGGESTIONI POTENTI. Qualche giorno fa, ti raccontavo che crei attraverso le parole che scegli. Quando hai poche parole, hai anche poche cornici. E quel poco che  vedi sembra essere tutto quel che c'è. Ma se arricchisci il tuo vocabolario anche il tuo cervello si arricchisce, e tu inizi ad vedere scenari diversi. È sempre una questione di prospettive  e se ti fermi ad una soltanto, ti limiti. Coltivare le parole, parole nuove, parole potenti, può  farti uscire dai soliti schemi. Ricorda  che la suggestione più  efficace è  quella di cui non sei consapevole. Così  come il vincolo più  asfissiante è  quello che non sai descrivere. Dimmi una parola che non ti piace e poi trovale un sinonimo che dia un' emozione diversa.