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SOGNARE

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  “Il mio caso è diverso” ti dici. “Alla fine tutto andrà bene.” Ti dici. Questi sono solo alcuni dei pre-giudizi a cui sei esposta. In nessun luogo è scritto che ciò accada. Non funziona, a volte capita. Il ri- tenta sarai più fortunato può valere per un numero massimo di 3 tentativi. Dopo è bene ragionare sulla differenza tra perseveranza e caparbietà. Il ri-tentare, ancora ed ancora è masochismo. Raggiunto il terzo tentativo volta pagina. Fai spazio a nuovi sogni. Evita di disperdere energie, risorse, tempo. Sogna. Continua sognare. Sognare rende leggero il cuore, apre la mente, rivitalizza i sensi. Allenati a sognare con questo piccolo ma potente esercizio.

Ama il prossimo tuo come te stessa

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  "Fallo per me." Ti chiedono. "Ascoltami per il tuo bene." Ti chiedono. Per paura di deludere, di non essere abbastanza, di non meritare di meglio. Ti racconti che lo fai per amore. Sembra un 𝒅𝒐 𝒖𝒕 𝒅𝒆𝒔. Ci sono i momenti difficili. Ma sempre limitati nel tempo. Entro una certa soglia di tolleranza. Per essere amorevoli con gli altri, bisogna star bene, 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 con sè stessi. Un insegnamento tanto inflazionato quanto frainteso dice: "ama il prossimo tuo 𝒄𝒐𝒎𝒆 te stesso." 𝑷𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒕𝒖. Ti ami? Quanto?

COACHABILITY

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    La coachability è la tua volontà. La coachability è l’impegno. La coachability è il patto. Il coaching funziona quando il coachee manifesta la sua volontà di cambiare. Di mettere in discussione le sue credenze limitanti. Di connettersi con sé stesso riscoprendo le proprie risorse mettendo a punto una strategia. Questi passaggi si avvalgono dell’impegno del coachee e delle abilità del coach, che creando un canale di comunicazione, fiducia ed empatia allena il coachee a chiarire i termini del cambiamento. Se la ricerca del cambiamento è endogena o esogena. Se l’obiettivo è professionale o personale. A quotare l’impegno che è disposto a sostenere. Da qui nasce un patto che porta coach e coachee ad avere un’intesa. Il coachee si mette alla prova, con obiettivi sempre più sfidanti. Il coach fornisce feedback: personali, puntuali, chirurgici. Senza se e senza ma. Scevri dal   giudizio. Spaventa sapere di avere tanti assi nella manica. E’ sicuramente più facile maledire la

ETICHETTA

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  Etichetta Un’etichetta raccoglie dati minuti. Un’etichetta disegna per semplificare. Un’etichetta è il verbo essere. Usare un’etichetta ti permette di identificare velocemente, anche troppo, persone e cose. Ti permette di inquadrarle facilmente. Raccontando, con una manciata di aggettivi, chi o casa si nasconda dietro. Quando apponi un’etichetta, stai guardando da una sola prospettiva. Ti limiti. Come quando ti descrivi dicendo: io sono… Il verbo esser ti incolla un’etichetta, attribuendoti un’identità. Usare il verbo essere significa definire la realtà in modo assoluto. Limitante. Per questa ragione è bene usare parole diverse. Togliere il verbo essere dalle frasi stimola il cervello ad organizzare le informazioni diversamente. Agevola la conversazione assertiva. Riduce i conflitti tra opinioni differenti e genera una comunicazione più fluida. Infondo gli assoluti sono frutti del processo che li ha generati. Facciamo u piccolo esercizio. Pronuncia un’