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Sofferenza

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"Pensa positivo."Ti dicono. "Andrà tutto bene." Ti dicono. Ma se andasse male, che fai? " È  impossibile pensare solo in positivo. Ti condurrebbe ad una rapida estinzione." cit Della sofferenza non puoi farne a meno. Ti fornisce motivazione. Ti permette di sopravvivere. Ti permette di goderti la vita, stimolando la produzione di dopamina. Quanto più cerchi di evitare la sofferenza, tanto più torna prepotente, feroce, dolorosa. La sofferenza, se glielo permetti, ti conduce all'eudaimonia. Ti guida alla visione, all'ascolto, alla conoscenza dei tuoi demoni. Li trasforma nei tuoi migliori alleati. L'eudaimonia ti conduce al successo. Dove il successo è la tua capacità di far accadere ciò che vuoi.

SOGNARE

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  “Il mio caso è diverso” ti dici. “Alla fine tutto andrà bene.” Ti dici. Questi sono solo alcuni dei pre-giudizi a cui sei esposta. In nessun luogo è scritto che ciò accada. Non funziona, a volte capita. Il ri- tenta sarai più fortunato può valere per un numero massimo di 3 tentativi. Dopo è bene ragionare sulla differenza tra perseveranza e caparbietà. Il ri-tentare, ancora ed ancora è masochismo. Raggiunto il terzo tentativo volta pagina. Fai spazio a nuovi sogni. Evita di disperdere energie, risorse, tempo. Sogna. Continua sognare. Sognare rende leggero il cuore, apre la mente, rivitalizza i sensi. Allenati a sognare con questo piccolo ma potente esercizio.

Ama il prossimo tuo come te stessa

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  "Fallo per me." Ti chiedono. "Ascoltami per il tuo bene." Ti chiedono. Per paura di deludere, di non essere abbastanza, di non meritare di meglio. Ti racconti che lo fai per amore. Sembra un 𝒅𝒐 𝒖𝒕 𝒅𝒆𝒔. Ci sono i momenti difficili. Ma sempre limitati nel tempo. Entro una certa soglia di tolleranza. Per essere amorevoli con gli altri, bisogna star bene, 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 con sè stessi. Un insegnamento tanto inflazionato quanto frainteso dice: "ama il prossimo tuo 𝒄𝒐𝒎𝒆 te stesso." 𝑷𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒕𝒖. Ti ami? Quanto?

COACHABILITY

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    La coachability è la tua volontà. La coachability è l’impegno. La coachability è il patto. Il coaching funziona quando il coachee manifesta la sua volontà di cambiare. Di mettere in discussione le sue credenze limitanti. Di connettersi con sé stesso riscoprendo le proprie risorse mettendo a punto una strategia. Questi passaggi si avvalgono dell’impegno del coachee e delle abilità del coach, che creando un canale di comunicazione, fiducia ed empatia allena il coachee a chiarire i termini del cambiamento. Se la ricerca del cambiamento è endogena o esogena. Se l’obiettivo è professionale o personale. A quotare l’impegno che è disposto a sostenere. Da qui nasce un patto che porta coach e coachee ad avere un’intesa. Il coachee si mette alla prova, con obiettivi sempre più sfidanti. Il coach fornisce feedback: personali, puntuali, chirurgici. Senza se e senza ma. Scevri dal   giudizio. Spaventa sapere di avere tanti assi nella manica. E’ sicuramente più facile maledire la

ETICHETTA

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  Etichetta Un’etichetta raccoglie dati minuti. Un’etichetta disegna per semplificare. Un’etichetta è il verbo essere. Usare un’etichetta ti permette di identificare velocemente, anche troppo, persone e cose. Ti permette di inquadrarle facilmente. Raccontando, con una manciata di aggettivi, chi o casa si nasconda dietro. Quando apponi un’etichetta, stai guardando da una sola prospettiva. Ti limiti. Come quando ti descrivi dicendo: io sono… Il verbo esser ti incolla un’etichetta, attribuendoti un’identità. Usare il verbo essere significa definire la realtà in modo assoluto. Limitante. Per questa ragione è bene usare parole diverse. Togliere il verbo essere dalle frasi stimola il cervello ad organizzare le informazioni diversamente. Agevola la conversazione assertiva. Riduce i conflitti tra opinioni differenti e genera una comunicazione più fluida. Infondo gli assoluti sono frutti del processo che li ha generati. Facciamo u piccolo esercizio. Pronuncia un’

EMOZIONI

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  EMOZIONI Le emozioni sono il frutto di quanto rielabora la tua mente. Questo processo avviene tramite: suoni, percezioni, odori, gesti, immagini. Il linguaggio diventa uno strumento per etichettare internamente, quanto avviene all’esterno. Le parole che usi, sono un filtro che racconta la tua esperienza interiore. I 5 sensi sono il mezzo per accedere o per elaborare l’esperienza.   Puoi avere, dunque una maggior inclinazione per la vista.   Ragion per cui racconti la tua realtà attraverso verbi come: immaginare, guardare osservare. Sei visivo.   Invece, se propendi per l’udito ti descrivi attraverso verbi come: parlare, sussurrare, ascoltare. Sei auditivo.   In fine, se ti racconti attraverso verbi come: tastare, modellare, fare. Sei un cinestesico. Nella categoria dei cinestesici rientrano anche coloro che parlano in termini di emozioni, sensazioni, tatto, gusto e olfatto.   Ora scegli un’immagine e descrivila. Poni attenzione ai verbi, agli avverbi e

IL VIAGGIO MENTALE (PARTE 2)

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  “E se chiudessi l’azienda?” Ti chiedi “Se cambiassi settore?” Ti chiedi “Se ampliassi il mio business?” Sono domande che ti poni perché hai voglia di cambiare. La paura di perdere lo status quo ti dice che ciò che hai non ti basta più. Ma ti manca la tranquillità legata al sapere che andrà bene.   La paura di perdere la sicurezza della ritualità, le persone che ti hanno accompagnato fino a qui, l’idea di te. La paura cresce col crescere del tuo interesse. Queste paure raccontano ciò che eri, e tu da questo punto stai per fare un salto di consapevolezza, di crescita, di amore per quella parte di te che la paura vuole proteggere.   Kierkegaard diceva: “osare è perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare è perdere sé stessi.” Sei disposto a perderti? E’ in questi momenti in cui è più difficile decidere da soli, che senti il bisogno di chiedere aiuto a qualcuno, una partner affidabile. Hai bisogno di me.  

REPETITA IUVAT. O FORSE NO

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    Fare va bene. Fare ancora una volta. Ok! Ri-fare. No. Quando ti Ri-proponi di raggiungere un certo obiettivo, nonostante la pazienza, la perseveranza, l’impegno; in realtà stai Ri-percorrendo vecchi percorsi che hanno trovato una meta infelice. Sei solo caparbia. Usare il prefisso RI, proietta il tuo pensiero indietro anziché avanti. E' questione di focus. Ogni volta che utilizzi il prefisso Ri, dici al tuo cervello di applicare lo stesso schema fallace. La debucle è alle porte. Ma se “cominci”, aggiungerai un nuovo piccolo tassello. Sicuramente otterrai qualcosa di diverso. E non starai lì a Ri- petere: “sempre a me”. A quale progetto dai   vita oggi?  

Il futuro ricordato

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    Il futuro è il tempo in cui avrà luogo la tua realizzazione. Il futuro è il tempo in cui ti guarderai indietro. Il futuro è il tempo in cui misurerai i tuoi risultati.   E ’il momento in cui si realizza il tuo obiettivo. In cui ti guardi indietro a constatare tutte le azioni che hai compiuto per raggiungerlo. E’ un buon momento per fare il bilancio di cosa ti è servito per arrivare, cosa hai lasciato andare, cosa hai imparato. E’ il momento per riconoscere il valore del cambiamento generato da questo viaggio. Forse pensi che la felicità sia una meta, e ti sei ripetuta: “sarò felice quando…” Ma la felicità sta nelle piccole azioni quotidiane, orientate al tuo futuro desiderato. Qualcuno ha detto: “Non lasciare che il giorno finisca senza aver compiuto un passo verso il tuo obiettivo.” Quale azione hai compiuto oggi, verso il tuo futuro ricordato?