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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Il mago

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  Il mago Quando discuti. Ti arrabbi. Ti scontri con chi ha un’idea diametralmente opposta alla tua, i toni si scaldano. Con la voce cerchi di importi sul tuo interlocutore. Come se urlare fosse un modo per zittire l’altro.   In quell’esatto momento hai perso. Hai perso il controllo di te. Hai perso la calma per perorare la tua idea. Hai perso il tuo vantaggio. Negato l’idea altrui e legittimato la sua esistenza al contempo. Ti sei reso sordo alla comprensione e cieco alla possibilità, ottenebrando la tua capacità di giudizio. Nel verbo vincere c’è un dualismo. Se qualcuno vince necessariamente qualcuno perde. Di questa perdita dai la colpa all’altro. “Quando dai la colpa a qualcuno gli stai dando anche il potere, il tuo potere. Gli dai il potere di renderti felice o infelice. Ma se una persona o un evento possono renderti felice o infelice, allora tu non sei libero, sei un servo; sei condannato a vivere sperando che nessuno ti faccia mai sentire niente di male. Sei h

Ladro di autostima

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 Ladro di autostima Rubare è un verbo canaglia, se fuori contesto.  Rubare è un verbo che destabilizza chi lo pronuncia e chi lo ascolta. Rubare che va usato adeguatamente. Quando usi il verbo rubare in contesti non idonei, pronunciando frasi come: “Ti rubo un attimo.” “Ti posso rubare un attimo?” In te che lo usi, se ci pensi, mina la tua autostima, perché stai dicendo a chi ti ascolta che il tuo messaggio ha poco valore. Inoltre ti fa apparire poco sicuro e perplesso. In chi ti ascolta genera una sensazione inconscia di disagio. Per quanto sia un linguaggio figurato. Perché stai dicendo al tuo interlocutore che vuoi appropriarti di qualcosa che è suo. Queste espressioni risultano essere destabilizzanti, poiché siamo progettati per difendere ciò che ci appartiene. Come puoi glissare queste espressioni tanto comuni quanto inopportune? Ripristina gli avverbi, con frasi come: “Posso fare velocemente il punto della situazione?” Oppure: “devo aggiornarti velocemente in merito a…” Puoi semp

Arrogante

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  Arrogante Nel viaggio della vita porti con te il tuo bagaglio di esperienze. Durante il viaggio porti con te anche delle zavorre di cui, probabilmente sei inconsapevole. Lungo la tua via incontri altre persone. Alcune le vedi soffrire. Evita di essere arrogante o presuntuoso offrendo loro il tuo aiuto. Le persone che soffrono hanno una visione del mondo cieca alla felicità e sorda all’aiuto. Hanno bisogno di grattare il fondo. La tua tracotanza può lasciarti travolgere e lasciando il tuo percorso. La sofferenza è contagiosa. Evita di intrometterti. “Non ti curar di loro guarda e passa.” Ha detto qualcuno. Aiuta, per quel che puoi, chi te lo chiede. Ti abbraccio Vera

“Non riesco più a fare la giocoliera.”

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  “Non riesco più a fare la giocoliera.” La prima è stata lei, Jacinda Arden, ex primo ministro della Nuova Zelanda. A seguire Marie Kondo, “la Dea” dell’organizzazione. La terza è stata Mia Ceran, conduttrice tv che afferma: “non riesco più a fare la giocoliera” Questi 3 casi sono tutt’altro che un invito a desistere. Questi 3 casi sono, invece un invito alla presa di coscienza. Raccontano di conoscenza e consapevolezza dei propri limiti. Perché nell’avere dei limiti, conoscerli ed accettarli non c’è niente di male. Anzi! Evita di prendere decisioni sulla scia dell’euforia o di un sogno di vita distorto. Prima di agire domandati: è ostinazione o determinazione, che mi muove? Perché l’ostinazione porta sofferenza, frustrazione e sogni infranti. Mentre la determinazione conduce ad una vita felice, piena, realizzata. L’ostinazione e determinazione sono le 2 facce della stessa medaglia. Ciò che conta è saperle distinguere. Tu riesci a distinguerle?

Ti presento Jack

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Ti presento Jack “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.” Ti è capitato di ripetere questa frase, e prendere decisioni sotto l’egida del consiglio di un amico o la recensione di un professionista.   Ti dici: Mi fido! In un contesto simile è sempre bene ponderare. Prima, per almeno 3 buoni motivi: 1 Perché stai giudicando una persona senza conoscerla. 2 Perché le qualità del gruppo sono diverse dalle sue. Le qualità del gruppo non sono una proprietà transitiva. 3 Perché tu sei unico. Inoltre agisci sulla scia di un pregiudizio. Questo bias si chiama errore di attribuzione di gruppo. Così quando acquisti un prodotto o servizio poni l’attenzione sia sulla percentuale di successi che d’insuccessi.   Domandati: cosa può essere andato storto? Pensa a Giuda, faceva parte dei 12… #bias #frame #softskill #formazione #business