Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta #leadership #cresitapersonale #business #180giornipercambiare #percorsidicoaching #neuroscienze #bias #euristiche

La fiducia

Immagine
  “Fidati. E’ capitato anche a me.” “Fidati l’ho fatto anch’io.” “Ti devi fidare.” Queste sono solo alcune delle espressioni con cui chiedi fiducia al tuo cliente, partner, collaboratore. Dare e avere la fiducia altrui genera tranquillità. Significa avere una maggior sicurezza che le cose andranno per il meglio, a fronte di una serie di valutazioni oggettive. Usare la parola fiducia significa percepire di non averla. Quando usi la parola fiducia destabilizzi il tuo interlocutore. Al contempo la tua autorevolezza, la tua leadership, la tua autostima si sciolgono come neve al sole. Il cervello rettile di chi ascolta, legge e osserva va in allerta. Il suo cuore batte più forte. Il respiro si fa più corto. Gli ormoni dello stress lo inondano. Allora, che fare? Evita la parola fiducia e sta lontano da espressioni come “Grazie per la fiducia accordata.”   A me piace concludere dicendo: “Felice di collaborare con te.” Tu come glissi la parola fiducia?

La fallacia dello scommettitore

Immagine
  La fallacia dello scommettitore “La prossima volta andrà meglio” É ciò che ti dici quando manchi un obiettivo. Lo dici con l’intento di consolarti. In realtà stai commettendo un errore cognitivo. “Perché?” Ti stai chiedendo. In primis, dire: “la prossima volta andrà meglio ti deresponsabilizza. Inoltre sposta il potere dell’azione di cambiare strategia ed apportare modifiche da te ad un immaginario soggetto che deciderà la tua sorte. Inoltre, come gli scommettitori, erroneamente ritieni che prima o poi la dea bendata bacerà anche te.   Come quando al super enalotto ti ricordano i numeri ritardatari. E ciò ti invita a tentare. A sperare. Ricorda: il successo è la tua capacità di succedere le cose. Ci avevi mai pensato?