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Benessere psicofisico e ambienti di lavoro

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  Benessere psicofisico e ambienti di lavoro                  Di benessere sul posto di lavoro se ne parla sempre troppo poco. Quando percepisci il disagio hai paura di essere giudicato e sbeffeggiato. Condividere apertamente le proprie obiezioni porta ad una maggior conoscenza reciproca, supporto e soluzioni innovative. In aula con i tutor aziendali è emerso chiaramente che i temi del benessere sul lavoro sono spesso dimenticati quanto sconosciuti. La sindrome di Burnout è silente quanto subdola. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce specifiche direttive per individuare la sindrome ed al contempo ne ha tracciato le linee guida per riconoscere gli ambienti tossici esposti a rischio: ·        Turn over molto alto. ·        Relazioni tra colleghi difficili. ·        Forte sensazione di disagio. ·        Costante senso d’inadeguatezza legato al continuo stato di urgenza ed alla sensazione di non disporre delle risorse adeguate. ·        Demotivazione. ·  

PRIMA TU

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  Per vivere una vita piena è fondamentale prenderti cura di te. E’ sempre il momento giusto per iniziare. Solo la cura quotidiana permette il radicamento di una routine di benessere. Lavoro, famiglia, relazioni necessitano di grande cura ed attenzione. I parametri altrui e la società spesso pongono l’asticella sempre più in alto. Persino il tuo gatto ha necessità più impellenti delle tue. Vivere adeguandoti a questi parametri, ti induce a reprimere le tue idee ed emozioni. Genera questioni irrisolte, rabbia, frustrazione. Questo mix logora le relazioni e distrugge la tua autostima. Sii onesta innanzitutto con te stessa. Dii cosa pensi e cosa senti senza il timore di sentirti giudicata o a disagio. Dedica del tempo a te. Riappropriati della tua sensorialità. Esercitati, tutti i giorni per 5 minuti, a focalizzare l’attenzione. Ascolta i tuoi pensieri. Senti le tue emozioni e sensazioni. Guardati dal giudizio. In questi momenti entri in contatto con te stessa e trov

Ama il prossimo tuo come te stessa

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  "Fallo per me." Ti chiedono. "Ascoltami per il tuo bene." Ti chiedono. Per paura di deludere, di non essere abbastanza, di non meritare di meglio. Ti racconti che lo fai per amore. Sembra un 𝒅𝒐 𝒖𝒕 𝒅𝒆𝒔. Ci sono i momenti difficili. Ma sempre limitati nel tempo. Entro una certa soglia di tolleranza. Per essere amorevoli con gli altri, bisogna star bene, 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 con sè stessi. Un insegnamento tanto inflazionato quanto frainteso dice: "ama il prossimo tuo 𝒄𝒐𝒎𝒆 te stesso." 𝑷𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒕𝒖. Ti ami? Quanto?

NO

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  Dire no ad un bambino è impossibile. Dire no ad un adulto è difficile. Dire no a te stessa è facilissimo. Quando dici NO ad un bambino, lui farà esattamente il contrario di quanto gli hai chiesto. E’ bene sapere che quando formuli frasi che iniziano o contengono le parole “no e non” il cervello recepisce il comando senza il no. Tu hai impartito il comando inverso. Quindi dicendo: non saltare. Lui salterà. Dire no ad un adulto è difficile, perché apre le porte ad un retro pensiero come: “se dico no. Cosa penserà?   “Se dico: no. Si sentirà tradito? Offeso? Abbandonato? Tutta questa serie di scenari sono stressanti. E piuttosto che dispiacere a qualcuno dici semplicemente no a te stessa. E’ semplicissimo! Prima di dire no a te stessa: spiega le tue ragioni. Ascolta e riconosci l’altrui prospettiva. Rendi partecipe e responsabile l’interlocutore. Prendi tempo per argomentare il tuo diniego e senza aggressività esponi il tuo punto evitando il No. Imparare a gestire ques

ETICHETTA

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  Etichetta Un’etichetta raccoglie dati minuti. Un’etichetta disegna per semplificare. Un’etichetta è il verbo essere. Usare un’etichetta ti permette di identificare velocemente, anche troppo, persone e cose. Ti permette di inquadrarle facilmente. Raccontando, con una manciata di aggettivi, chi o casa si nasconda dietro. Quando apponi un’etichetta, stai guardando da una sola prospettiva. Ti limiti. Come quando ti descrivi dicendo: io sono… Il verbo esser ti incolla un’etichetta, attribuendoti un’identità. Usare il verbo essere significa definire la realtà in modo assoluto. Limitante. Per questa ragione è bene usare parole diverse. Togliere il verbo essere dalle frasi stimola il cervello ad organizzare le informazioni diversamente. Agevola la conversazione assertiva. Riduce i conflitti tra opinioni differenti e genera una comunicazione più fluida. Infondo gli assoluti sono frutti del processo che li ha generati. Facciamo u piccolo esercizio. Pronuncia un’