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La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni

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  Ti capita mai di essere così stanca da non riuscire a dormire? Fissato obiettivi per riuscire dimostrare a te stessa di non essere una "principessina" come ti definiscono.  Questi obiettivi ti fanno sentire in gabbia, non ti rappresentano, non permettono di esprimere il tuo potenziale.  Ciò che ne ricavi è stress, rabbia e mortificazione. I tanto agognati risultati e riconoscimenti stentano ad arrivare e col passare del tempo, una vocina subdola ti dice: " non hai talento.  Non sei così capace."  Pensi che forse, quando ti appellano: "principessina" hanno ragione e ti ritrovi a piangere come un fiume in piena.  Le buone intenzioni di ascoltare ed assecondare i sogni altrui stanno costruendo il tuo inferno quotidiano.  Ripensa al passato e ricorda la bambina felice e spensierata che eri.  Ricordi quando ti sei detta: ok, lo ascolto e lo faccio?  Come ti sei sentita?

L'autostima è un muscolo e come tale va allenata.

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. Ricordi quand'è stata l'ultima volta in cui hai ricevuto un complimento?  Ricordi come hai reagito?  La mia è stata fare spallucce, arrossire e dire che era esagerato.  Come fosse scontato, raggiungere il risultato... Sminuirsi è un'arte sopraffina, a cui siamo istruite fin da piccole.  Secondo questa cultura bisogna sempre aspettare che sia l'altro a riconoscere i nostri meriti ad elogiarci, pena il fantomatico:” chi si loda s'imbroda...”  Così facendo resti sempre in attesa del benestare altrui.  Si sfiorano soglie di perfezionismo epiche. E la frustrazione, la rabbia montano come la marea...  E la soddisfazione che meriti? Ed i riconoscimenti del tuo valore, delle tue qualità? Se accetti di sottostare ai parametri altrui, dovrai ritenerti felice e realizzata anche secondo i loro parametri. Come ti fa sentire tutta questa serie di paletti e limitazioni? Se invece impari a riconoscere il tuo valore, i tuoi talenti e risorse, avrai la consapevolezza di poterti sen

Il Flow. Quando sei in stato di grazia.

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Quando mi allenavo in vasca mi capitava di fare dei tempi buoni, ma poi durante la gara i tempi si alzavano.  Cambiava qualcosa.  Ma cosa? A te è mai capitato di essere perfettamente preparato e poi  non riuscire a conseguire il tuo obiettivo, scolastico, lavorativo, sportivo? Le performance vissute in uno stato di flow danno un senso profondo di felicità e gratificazione. Più attività svolgiamo in questo stato più siamo felici. Ma cos'è il Flow? Il Flow è il flusso (o stato di grazia come lo definisco io), la zona in cui sei felice, ti senti competente, un po' sfidato, ti diverti, provi piacere ed hai un po' di crescita. I punti che ti indicherò sono gli elementi del Metodo S.F.E.R.A. creata dal Dott. Vercelli. Possono essere declinati in qualunque contesto mantenendo l'efficacia. Il Flow si trova tra l'ansia e la noia.  In questo punto mente e corpo sono in linea( S incronia).  Sei presente qui ed ora. Il Flow sfrutta i tuoi punti di  F orza, dunque i

Il retaggio culturale. Tutto quello che vedi, osservi ed apprendi nella tua famiglia.

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  Ricordi quando andavi all'asilo, e la mamma si accomiatava dicendo: “mi raccomando fai la brava e condividi il tuo gioco con gli altri bimbi?” E tu col tuo visino tra l'accigliato e l'interdetto ti domandavi: “ma perchè devo condividere il mio Dudù(bambolina di stoffa)?    E' mio! L o romperanno!” Comportandoti, come indicato, la maestra, la mamma, il papà ti lodavano, ti sentivi apprezzata. Ma poi è arrivato il giorno in cui ti sei accorta che era frustrante comportarti diversamente da come sentivi e volevi. Ti sei accorta che la stima di te è legata a ciò che di buono gli altri pensano, riducendo la tua autostima a 0. Ma tu quali qualità e talenti ti riconosci? Saresti in grado di elencarli, senza se e senza ma? Riusciresti a trovare una dote ogni giorno? Prova!

La tua peggior nemica. Quando l'autostima è bassa.

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  Ti è mai capitato di leggere un annuncio di lavoro e dire tra te e te: mi piacerebbe tanto! Ma poi hai subito pensato: ma dove vado??? Chissà quanti ci saranno meglio di me! ... Tanto sto bene dove sono. Oppure passare davanti ad una vetrina, vedere un abito da urlo e dire: WOW! Ma con i miei fianchi... E così chissà quante altre volte hai fatto marcia indietro, senza neanche pensarci. Forse le emozioni negative che ti pervadono in questi frangenti stanno sabotando la tua vita. Sono strumenti ambigui che ammantati di modestia ledono la stima che hai di te. Lentamente, come un tarlo. Le emozioni negative che provi sono frutto della scarsa stima che hai di te. Sono menzognere. Ti ritrovi a pensare: di non valere a sufficienza, (non chiederai mai una promozione, o ciò che ti spetta) di non avere talento,(non vorrai condividere le tue idee, non vorrai mai lasciare il tuo posto di lavoro) di non poter amare ancora (non ti

Tutta Sbagliata. Quando ti paragoni e ne esci sconfitta.

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 Ti è mai capitato di ammirare qualc una e dire: "vorrei tanto essere come lei!"   In quel momento, un velo di tristezza offusca il tuo sguardo ed opprime il tuo cuore.  Ti metti alla ricerca di tutte le risorse che hai per poter diventare il più possibile identica a lei... Lotti contro la tua essenza per snaturararti.  La frustrazione, la rabbia ed un senso d'impotenza ti assale. Nonostante i sacrifici, i risultati sono insoddisfacenti.  E con l'amaro in bocca, ti domandi: perché?  Cos'ha lei che io non ho?  Perché  non ci riesco?  La risposta è lì, dentro di te; nella bellezza che non riesci a cogliere, nel non conoscere e riconoscere i tuoi valori, i tuoi tratti inconfondibili che ti rendono unica.  Quando ti guardi allo specchio, e con distacco constati: tutti i tuoi pregi, ti illumini, ti senti più sicura e fiera te e dei suoi successi.  Conosci le qualità che che ti rendono unica?  Per cosa ti giudichi maggiormente?

Conosci te stesso

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  Qualche tempo fa, feci un colloquio per una posizione simile a quella che svolgevo. Sentivo forte il bisogno di cambiare: contesto, organizzare meglio la mia vita, avere più tempo per me... Il colloquio fu “strano”. Ci furono una serie di domande in punte di fioretto atte a non voler scoperchiare il calderone. Le recruiter avevano sulla testa la “nuvoletta del non detto” Hai presente? Mi sentivo a disagio. Alchè presi il toro per le corna e cominciai a porre domande, finchè non posi le fatidiche: Quali sarebbero le mansioni? Quale la Ral? E l'inquadramento? Le risposte furono quelle che avevo subodorato... Durante il tragitto verso casa, feci una serie di riflessioni: trasparenza e comunicazione chiara, erano assenti; la correttezza idem; era molto distante da casa, la mia pancia mi diceva che non faceva per me. Giunta a casa, presi il coraggio, e scrissi alla recruiter: “ Vi sono grata per l'opportunità, ma non fa pe