Post

IL DUBBIO

Immagine
Anche tu hai un amico che conosce a mena dito-  nomi, fatti, date storiche. Lo ritieni colto ed intelligente perché magari ha conseguito più titoli. Questa si chiama cecità selettiva. Dice che stai guardando, solo, ciò che scegli di vedere. L’etichetta. Dietro a tanta conoscenza potresti incontrare: paura di pensare, paura di ragionare fuori dagli schemi, paura di uscire fuori dal gregge. Quando hai la cattiva abitudine di pensare, ti poni delle domande. Domande scomode, irriverenti. Si! Pensare è un atto rivoluzionario. Allora si paventano 2 opzioni: continuare ad imbottirsi di tv spazzatura oppure collegare occhi, orecchie e cervello e dare fiato alla bocca domandandosi: perché? Ho osservato, e sono certa anche tu, che facendo domande qualcuno si arrabbia. E mi chiedo: “cosa nasconde quella reazione?” La crescita professionale e personale, la formazione e la vita hanno un file rouge che le collega. Il dubbio. “Siate voci fuori dal coro.” Diceva Russell: “Siate il peso che inclina il

DOLORE

Immagine
  DOLORE A pprezzi il dolce perché conosci l’amaro. Ti motiva più la perdita che il guadagno. Preferisci restare in gabbia piuttosto che spiccare il volo. Sei fatto così. Cerchi l’omeostasi. Sempre! Anche a discapito del tuo benessere. Ti trovi ripetutamente a rimandare. Evitare di portare a termine un percorso, perché non fa per te. Ti stai artatamente sabotando. L’unica soluzione è agire. Tagliare a fette l’elefante. Sminuzzalo. Morso dopo morso. In un tempo stabilito. Come? Entrando nel flow. Anche tu hai un punto d’accesso attraverso i tuoi sensi. Giorno dopo giorno. Fetta dopo fetta, l’elefante sarà solo un ricordo. Quale obiettivo, come l’elefante, vuoi fare a fette?

Il trio freudiano

Immagine
  Il trio freudiano “Prendi la passione, la ragione e l’istinto e mettili nel tuo racconto.” Cit Io li ho portati in aula. In una lezione di comunicazione efficace. Ho presentato i 3 cervelli, con le loro caratteristiche salienti. Si! Hai 3 cervelli; ma è solo una tripartizione didattica. Il rettile è il più antico. E’ istinto puro. E’ facilmente impressionabile, perché è preposto alla sopravvivenza, ed altrettanto facilmente decide. Solo 0,3 secondi. E così la prima impressione è andata. Poi c’è il cervello limbico, è più giovane. E’ egoista, valuta se i suoi desideri ed interessi sono soddisfatti. E’ un romanticone passionale. A lui piacciono le storie. Quando riscontra un match valoriale avvia un fenomeno che si chiama risonanza limbica. In fine c’è la neo corteccia, la spocchiosa. A lei piacciono i numeri. E’ spesso vittima logiche fallaci. Di lei Aristotele dice che le basta una parvenza di logicità. Lei è la ragione per cui acquisti la bottiglia di v

Come la giraffa

Immagine
  Come la giraffa L’evoluzione è di chi fa delle sue fragilità il suo punto di forza. L’evoluzione è di chi si adatta al cambiamento. Pensa alla giraffa. Per sopravvivere, col tempo, ha dovuto man mano allungare il suo collo. Gli unici germogli commestibili erano in alto. Chi si fossilizza resta vittima dei suoi pregiudizi e delle opportunità che sarebbero dovute arrivare e non sono mai arrivate. Nell’attesa si estinguono. L’evoluzione è di chi fa della conoscenza il suo super potere e lo agisce. Sii come la giraffa. Di cosa hai fatto di necessità virtù?

Spiegare, intrattenere, piegare gli animi.(Probare, delectare, flectere.) Cicero

Immagine
  Spiegare, intrattenere, piegare gli animi. (Probare, delectare, flectere.) Cicero 23 A.C. Ottaviano Augusto spinto dai suoi avversari politici si presenta in senato. Deve chiarire la sua posizione, al momento illegittima. Deve dimettersi da dittatore. Deve riconsegnare l’esercito. Attraverso un sapiente uso delle parole. Un racconto tanto realistico quanto avvincente induce i senatori a pensare che la sua guida è necessaria più che mai. Espandere e consolidare il potere di Roma nei suoi nuovi territori è una priorità. Alla fine i l senato vota, all’unisono, a favore di Augusto. Le parole sono strumenti. Ne subisci l’effetto. Ti cambiano l’umore ed il tuo modo di stare. Hai il potere di usarle o di esserne usato. Le parole sono con te. Sempre! La magia delle parole è nel match emotivo che suscitano. Sono tanto potenti quanto più rispecchiano il tuo sentire. Il tuo potere è nella consapevolezza di averlo e poterlo usare. Augusto ha scelto di usarlo. Tu

Una mail detox

Immagine
  Una mail detox Tutti i giorni scrivi mail. Tutti i giorni usi parole come: problema, scusa, disturbo. Tutti i giorni inizi una mail dicendo: scusa per il disturbo; e segui dicendo: ho un problema. Queste 3 parole sono tanto frequenti quanto tossiche. Il loro uso innesca nel tuo corpo, ed in quello del ricevente, la produzione di adrenalina e cortisolo. L’ormone dello stress. A lezione, ho sottoposto alla mia classe un esercizio. Ho proposto loro di scrivere una mail dove fossero assenti queste “3 tossiche.” In foto leggi il testo che hanno depurato. ·       Ti aspetto nei commenti per leggere la tua soluzione alla mail tossica. ·       Come ti sei sentita scrivendo, prima e leggendo poi, la mail senza quelle parole. “Usare parole buone fa star bene chi scrive e chi legge.” Ci hai fatto caso?

SCONFORTO

Immagine
  Lo sconforto è quel momento in cui senti la speranza svanire. E’ quando non vedi soluzioni. Ti senti cascare le braccia a terra. E’ quando senti dire: “La formazione è sempre la stessa…” Credo sia la risposta tipica di chi non ha mai messo piede in un’aula. Virtuale o reale. Di chi non sa cosa sia far affiatare un gruppo di sconosciuti e renderli abili a collaborare insieme. Di chi non sa costruire un’interazione nutriente tanto da far germogliare i semi. Ma com’è possibile? Eppure chi hai difronte è sempre diverso. Il discente. Il docente oggi, non è ciò che era ieri, e sarà domani. Se cambia il modo di erogare la formazione. Attività, giochi, esercizi. Come può essere sempre uguale? Eppure la parola sconforto, nella sua radice, parla di forza. Di una forza intrinseca. Prendendo le distanze, guardandola con un’altra cornice, togliendo la S; diventa conforto. Che ricorda tanto quel calore e quell’energia che ti porta ovunque. E nessuno può togliert