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Visualizzazione dei post con l'etichetta # #leadership #cresitapersonale #business #180giornipercambiare #percorsidicoaching

Non scommetto su di me.

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 Non scommetto su di me. Ogni giorno scommetti sul meteo. Scommetti sulle relazioni professionali e personali Scommetti per gioco.  Scommetti su tutto e tutti ad eccezione di te. Ogni volta che scommetti metti il tuo benessere nelle mani  di qualcun altro. Come? Procrastini. Disperdi energie in progetti fallaci. Pensi di essere inadatto o incapace e resti inerme. Aspettando che qualcosa accada magicamente.  Agisci meccanicamente perché guidato dai tuoi pregiudizi e dal tuo retaggio culturale. Così ti orienti verso clienti che hanno valori diversi dai tuoi. Instauri relazioni con persone a te poco affini. Crei una routine che giorno dopo giorno mina la tua autostima e compassione per te. La paura di perdere ciò che hai orienta le tue scelte. Con questa consapevolezza cosa ci fai? Inizia: decidi cosa cambiare con piccole, piccolissime azioni. Distruggi: la routine fatta di pensieri tossici e paure. Datti tempo: per immaginare, sperimentare, sbagliare.  Crea: dai vita all'idea che ha
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 Ladro di autostima. Posso farti una domanda stupida? Posso essere sincero? Nella quotidianità queste formule vengono usate come forme di cortesia. Essere gentili non deve minare la tua autostima e tanto meno la tua leadership. Analizziamo la prima: “Posso farti una domanda stupida?” Quando poni una domanda del genere, stai letteralmente chiedendo al tuo interlocutore il permesso. Inoltre stai dicendo che ciò che dirai ha poco valore. Stupido addirittura. E per proprietà transitiva, anche tu. Il cervello di chi ti ascolta deciderà in maniera inconscia e rapida. Determinando un certo risultato. Immagina quale risultato puoi ottenere se usi parole del genere quando incontri un cliente, un collaboratore o ad un colloquio? La tua immagine risulterà danneggiata. Ancora una volta, ti ricordo che hai il potere di scegliere, parole buone per ottenere i risultati che meriti. Passiamo a: “Posso essere sincero?” Ancora una volta stai chiedendo il permesso. Inoltre gli dici di voler essere sincero

Il mago

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  Il mago Quando discuti. Ti arrabbi. Ti scontri con chi ha un’idea diametralmente opposta alla tua, i toni si scaldano. Con la voce cerchi di importi sul tuo interlocutore. Come se urlare fosse un modo per zittire l’altro.   In quell’esatto momento hai perso. Hai perso il controllo di te. Hai perso la calma per perorare la tua idea. Hai perso il tuo vantaggio. Negato l’idea altrui e legittimato la sua esistenza al contempo. Ti sei reso sordo alla comprensione e cieco alla possibilità, ottenebrando la tua capacità di giudizio. Nel verbo vincere c’è un dualismo. Se qualcuno vince necessariamente qualcuno perde. Di questa perdita dai la colpa all’altro. “Quando dai la colpa a qualcuno gli stai dando anche il potere, il tuo potere. Gli dai il potere di renderti felice o infelice. Ma se una persona o un evento possono renderti felice o infelice, allora tu non sei libero, sei un servo; sei condannato a vivere sperando che nessuno ti faccia mai sentire niente di male. Sei h

Ladro di autostima

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 Ladro di autostima Rubare è un verbo canaglia, se fuori contesto.  Rubare è un verbo che destabilizza chi lo pronuncia e chi lo ascolta. Rubare che va usato adeguatamente. Quando usi il verbo rubare in contesti non idonei, pronunciando frasi come: “Ti rubo un attimo.” “Ti posso rubare un attimo?” In te che lo usi, se ci pensi, mina la tua autostima, perché stai dicendo a chi ti ascolta che il tuo messaggio ha poco valore. Inoltre ti fa apparire poco sicuro e perplesso. In chi ti ascolta genera una sensazione inconscia di disagio. Per quanto sia un linguaggio figurato. Perché stai dicendo al tuo interlocutore che vuoi appropriarti di qualcosa che è suo. Queste espressioni risultano essere destabilizzanti, poiché siamo progettati per difendere ciò che ci appartiene. Come puoi glissare queste espressioni tanto comuni quanto inopportune? Ripristina gli avverbi, con frasi come: “Posso fare velocemente il punto della situazione?” Oppure: “devo aggiornarti velocemente in merito a…” Puoi semp

Arrogante

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  Arrogante Nel viaggio della vita porti con te il tuo bagaglio di esperienze. Durante il viaggio porti con te anche delle zavorre di cui, probabilmente sei inconsapevole. Lungo la tua via incontri altre persone. Alcune le vedi soffrire. Evita di essere arrogante o presuntuoso offrendo loro il tuo aiuto. Le persone che soffrono hanno una visione del mondo cieca alla felicità e sorda all’aiuto. Hanno bisogno di grattare il fondo. La tua tracotanza può lasciarti travolgere e lasciando il tuo percorso. La sofferenza è contagiosa. Evita di intrometterti. “Non ti curar di loro guarda e passa.” Ha detto qualcuno. Aiuta, per quel che puoi, chi te lo chiede. Ti abbraccio Vera

Ti presento Jack

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Ti presento Jack “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.” Ti è capitato di ripetere questa frase, e prendere decisioni sotto l’egida del consiglio di un amico o la recensione di un professionista.   Ti dici: Mi fido! In un contesto simile è sempre bene ponderare. Prima, per almeno 3 buoni motivi: 1 Perché stai giudicando una persona senza conoscerla. 2 Perché le qualità del gruppo sono diverse dalle sue. Le qualità del gruppo non sono una proprietà transitiva. 3 Perché tu sei unico. Inoltre agisci sulla scia di un pregiudizio. Questo bias si chiama errore di attribuzione di gruppo. Così quando acquisti un prodotto o servizio poni l’attenzione sia sulla percentuale di successi che d’insuccessi.   Domandati: cosa può essere andato storto? Pensa a Giuda, faceva parte dei 12… #bias #frame #softskill #formazione #business

Vita privata + Lavoro – Te stesso = Fallimento

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  Vita privata + Lavoro – Te stesso = Fallimento   “Devo lavorare fino a tardi. Ok! Niente palestra.” Ti dici “Troppi impegni. Mi rilasso un’altra volta.” Ti dici “Il corso di formazione, deve aspettare. Lo farò più avanti.” Ti dici. C’è tempo per tutto e tutti ad eccezione di te. Tutto sembra stare prima di te. E per te cosa c’è? Scarsa lucidità di pensiero, frustrazione e rabbia perché ti senti sempre più incapace di agire. Mostrarti troppo flessibile, accondiscendente e disponibile insegna agli altri come comportarsi. Con il tuo comportamento insegni loro come trattarti. Hai sicuramente sentito dire: “Ama il prossimo tuo come te stesso.” Questo insegnamento, spesso frainteso, ti dice che per dare amore, in tutte le sue declinazioni, devi dare amore, prima a te stessa. Dedicare spazio, tempo, cura a te. Alla tua persona. Innamorati di te. Perché l’unica relazione che dura una vita.

L’euristica della disponibilità

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  L’euristica della disponibilità “Solo perché sono bionda nessuno mi prende sul serio.” “Inventing Anna” è una serie basata su una storia vera che mi ha fatto pensare a quanto bias ed euristiche siano fuorvianti e radicati. L’euristica della disponibilità è una scorciatoia mentale che induce a effettuare valutazioni fondando il giudizio sull’impatto emotivo e la sua intensità. Dunque il cervello ricorda meglio ciò che lo impressiona di più. Il cervello rettile, per mantenerci sani e salvi, giudica velocemente, solo0,3 secondi. Anche commettendo errori madornali. La prima impressione conta. Moltissimo. Come ti mostri influenza il tuo cervello, lo rende reale. Così indossare un paio di occhiali può farti sentire intelligente. Come un capo firmato, un accessorio, un profumo o un colore soprattutto quando non rispecchia il tuo umore. Questi elementi sono un potente mezzo per influenzare il tuo stato e condurti al risultato desiderato. Quando entro in aula o in sessione indos

La lamentela

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    “La lamentela ti rende schiavo di ciò di cui ti stai lamentando. Solo chi non è in grado di controllare il suo destino spreca tempo per lamentarsi. Chi è divenuto condottiero della propria vita non si lamenta ma agisce per modificare ciò che non gli piace.“ Cit A chi non è mai capitato di sfogarsi. Di pronunciare tra calde lacrime parole dolorose, cariche di sofferenza e cattive? Una volta va bene. Quando ti sfoghi, ti lamenti o rimungini, quei pensieri ancor prima di diventare parole sono emozioni che scatenano nel tuo corpo la produzione del cortisolo, meglio noto come l’ormone dello stress. Le parole che scegli per dar forma a quei pensieri diventano la tua realtà. Ti senti triste, frustrato, impotente. Questo frame ti porta ad isolarti. Divieni vittima di te stesso. Il continuo rimuginio ti induce a prestare attenzione, solo al mero calcolo. Ad avere sempre il dito puntato verso l’altro, ignorando di averne ben tre rivolte verso te stesso. Rimugini o agisci?

Maneggiare con cura

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  Per vivere serenamente, gestire le proprie fragilità è imprescindibile. Ed è assolutamente inutile negare che ci siano. Perché ciò accada è necessario conoscerle e avere il coraggio di manifestarle, affinché chi si avvicina ti possa trattare con la dovuta cura, rispetto e attenzione. Con lo stesso timore che hai di mandare in frantumi una confezione su cui c’è scritto: “Maneggiare con cura.” Quando leggi quell’avvertenza sai che: c’è qualcosa di grande valore al suo interno. Di unico. Ed in caso di rottura, come si dice: “chi rompe paga ed i cocci sono suoi.”

Colpito

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  Colpito “Tanto ci metto un attimo.” “Ho già fatto.” Col tempo, l’esperienza, la tua fatica hai messo a punto tecniche, strumenti ed abilità che fanno di te una professionista esperta e stimata del tuo settore. Incontrando i clienti hai avuto modo di osservare la soddisfazione ed il compiacimento per la disinvoltura e la competenza dimostrata. Accompagnata dall’esigua gratificazione economica. “Ma come? Un prezzo così alto per così poco tempo.” Al di là del disappunto che genera questa frase, la faccenda è grave. Quando vendi un servizio- il prezzo è ciò che paghi. Il valore è ciò che ottieni. E’ sempre così nella vita come nel lavoro. Più ti dai da fare e meno ottieni. Quante volte capita? Poca considerazione, poco rispetto, poco valore riconosciuto; come se tutto fosse dovuto. Dipende da te: da come ti fai ascoltare, da come ti racconti, da come ti fai percepire. Pensi di disturbare? Di rubare tempo? Di raccontare cose inutili? Se questo è ciò che pensi cosa cr

Adesso basta

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  Adesso basta Ci sono volte in cui ti dici: “Capita! Ed approfitti per osservare e trovare un tuo tornaconto.” Ci sono volte in cui dici: “è capitato ancora e provi un forte senso d’irritazione. Ci sono volte in cui ti dici: “Ancora! Hai decifrato i segnali in maniera chiara. Cristallina. Eppure…  Adesso basta. Se ti trovi spesso a ripetere frasi del genere sei vittima di abitudini che ti portano sempre allo stesso punto. Perché? Perché il cervello fa quello che è solito fare. E’ abitudinario. Non distingue tra ciò che è bene e ciò che è male per te. Questo spiega perché cambiare è difficile. Questo spiega perché anche se individui e riconosci i segnali d’allerta ci ri-caschi. Questo ti conferma che è necessario cambiare. Ti serve un metodo. Un progetto di lungo respiro. Un Partner affidabile. Come spesso ripeto: “L’elefante, si mangia a fette!”cit

Benessere psicofisico e ambienti di lavoro

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  Benessere psicofisico e ambienti di lavoro                  Di benessere sul posto di lavoro se ne parla sempre troppo poco. Quando percepisci il disagio hai paura di essere giudicato e sbeffeggiato. Condividere apertamente le proprie obiezioni porta ad una maggior conoscenza reciproca, supporto e soluzioni innovative. In aula con i tutor aziendali è emerso chiaramente che i temi del benessere sul lavoro sono spesso dimenticati quanto sconosciuti. La sindrome di Burnout è silente quanto subdola. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce specifiche direttive per individuare la sindrome ed al contempo ne ha tracciato le linee guida per riconoscere gli ambienti tossici esposti a rischio: ·        Turn over molto alto. ·        Relazioni tra colleghi difficili. ·        Forte sensazione di disagio. ·        Costante senso d’inadeguatezza legato al continuo stato di urgenza ed alla sensazione di non disporre delle risorse adeguate. ·        Demotivazione. ·  

Frame

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  Giudichiamo. Giudichiamo sempre. Siamo fatti così. Ma cosa si nasconde dietro quel giudizio così spietato? Ci sono persone, situazioni, atteggiamenti che prima non avresti mai notato ed ora, invece proprio ti fanno imbestialire. Queste emozioni sono preziose, molto. Hanno il potere di raccontare cosa hai scelto di celare. Così dietro l’arroganza c’è la volontà di credere in sé stessi. Così dietro l’incoerenza c’è la volontà di aprirsi a nuovi opzioni e concedersi la possibilità di cambiare idea. Così dietro l’essere puntigliosa c’è uno spirito attento ai dettagli. Il difetto è un talento che necessita di nuove parole per essere raccontato. Questo cambio di prospettiva non significa accettare tutto. O immaginare che tutto possa cambiare facilmente. Significa che in ciò che chiami difetto c’è una parte di te che ha bisogno di ascolto. Cura. Rispetto. “Una qualità è un difetto che ha saputo rendersi utile.” Dice Maeterlinck Se descrivessi con altre parole un tuo difetto, quali useresti?

DOLORE

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  DOLORE A pprezzi il dolce perché conosci l’amaro. Ti motiva più la perdita che il guadagno. Preferisci restare in gabbia piuttosto che spiccare il volo. Sei fatto così. Cerchi l’omeostasi. Sempre! Anche a discapito del tuo benessere. Ti trovi ripetutamente a rimandare. Evitare di portare a termine un percorso, perché non fa per te. Ti stai artatamente sabotando. L’unica soluzione è agire. Tagliare a fette l’elefante. Sminuzzalo. Morso dopo morso. In un tempo stabilito. Come? Entrando nel flow. Anche tu hai un punto d’accesso attraverso i tuoi sensi. Giorno dopo giorno. Fetta dopo fetta, l’elefante sarà solo un ricordo. Quale obiettivo, come l’elefante, vuoi fare a fette?

Il trio freudiano

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  Il trio freudiano “Prendi la passione, la ragione e l’istinto e mettili nel tuo racconto.” Cit Io li ho portati in aula. In una lezione di comunicazione efficace. Ho presentato i 3 cervelli, con le loro caratteristiche salienti. Si! Hai 3 cervelli; ma è solo una tripartizione didattica. Il rettile è il più antico. E’ istinto puro. E’ facilmente impressionabile, perché è preposto alla sopravvivenza, ed altrettanto facilmente decide. Solo 0,3 secondi. E così la prima impressione è andata. Poi c’è il cervello limbico, è più giovane. E’ egoista, valuta se i suoi desideri ed interessi sono soddisfatti. E’ un romanticone passionale. A lui piacciono le storie. Quando riscontra un match valoriale avvia un fenomeno che si chiama risonanza limbica. In fine c’è la neo corteccia, la spocchiosa. A lei piacciono i numeri. E’ spesso vittima logiche fallaci. Di lei Aristotele dice che le basta una parvenza di logicità. Lei è la ragione per cui acquisti la bottiglia di v

Spiegare, intrattenere, piegare gli animi.(Probare, delectare, flectere.) Cicero

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  Spiegare, intrattenere, piegare gli animi. (Probare, delectare, flectere.) Cicero 23 A.C. Ottaviano Augusto spinto dai suoi avversari politici si presenta in senato. Deve chiarire la sua posizione, al momento illegittima. Deve dimettersi da dittatore. Deve riconsegnare l’esercito. Attraverso un sapiente uso delle parole. Un racconto tanto realistico quanto avvincente induce i senatori a pensare che la sua guida è necessaria più che mai. Espandere e consolidare il potere di Roma nei suoi nuovi territori è una priorità. Alla fine i l senato vota, all’unisono, a favore di Augusto. Le parole sono strumenti. Ne subisci l’effetto. Ti cambiano l’umore ed il tuo modo di stare. Hai il potere di usarle o di esserne usato. Le parole sono con te. Sempre! La magia delle parole è nel match emotivo che suscitano. Sono tanto potenti quanto più rispecchiano il tuo sentire. Il tuo potere è nella consapevolezza di averlo e poterlo usare. Augusto ha scelto di usarlo. Tu

Una mail detox

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  Una mail detox Tutti i giorni scrivi mail. Tutti i giorni usi parole come: problema, scusa, disturbo. Tutti i giorni inizi una mail dicendo: scusa per il disturbo; e segui dicendo: ho un problema. Queste 3 parole sono tanto frequenti quanto tossiche. Il loro uso innesca nel tuo corpo, ed in quello del ricevente, la produzione di adrenalina e cortisolo. L’ormone dello stress. A lezione, ho sottoposto alla mia classe un esercizio. Ho proposto loro di scrivere una mail dove fossero assenti queste “3 tossiche.” In foto leggi il testo che hanno depurato. ·       Ti aspetto nei commenti per leggere la tua soluzione alla mail tossica. ·       Come ti sei sentita scrivendo, prima e leggendo poi, la mail senza quelle parole. “Usare parole buone fa star bene chi scrive e chi legge.” Ci hai fatto caso?

PARADOSSO DELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE

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  Qualcuno ha detto che lottare con uno stupido è contro producente. Ti porta al suo livello e ti batte con l’esperienza. Qui bisogna farsene una ragione. "E' come un diamante. Per sempre." Ma ignoranza e pigrizia sono un connubio letale. “Ciò che l’informazione consuma è abbastanza ovvio: consuma l’attenzione dei destinatari. Quindi una ricchezza d’informazioni crea povertà d’attenzione.” cit. La conoscenza è a portata di mano, di smartphone, di rete. Questa stessa sovrabbondanza stanca al punto da prendere per buono quel che si sente en passant, si legge, percepisce in giro. Così ogni: “controllo dopo,” ogni “ho sentito dire che,” ogni “ma sì, va bene così”, diventa uno scalino disceso verso la pigrizia e l’ignoranza più gretta. Hai mai preso una decisione sulla base del sentito dire?

“Puoi ottenere tutto ciò che voi se sei vestita per averlo.”

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Sostenere un colloquio, un incontro di lavoro è un banco di prova non solo per ciò che hai da dire ma anche per come viene presentato. Si parla dress code perché è un modo, non verbale per comunicare. Quindi l’abito va scelto, non in base all’umore, ma in base a ciò che vuoi comunicare, così come le parole. In base alle tue scelte determini la tua realtà ed anche la percezione che gli altri hanno di te.   E quanto al giudizio, nessuno è esente. Tutti giudichiamo e siamo giudicati.   Siamo fatti così. Parafrasando Chanel tanto meglio sei vestita più gli occhi cadranno su di te come fossi nuda. Il look come le parole, hai il potere di sceglierle o subirle. Allora domandati: come veste la professionista che vuoi essere? Qual è l’elemento del tuo vestiario che ti fa sentire al top quando lo indossi?